Potete scegliere se conservarlo dentro a un contenitore, in un archivio o semplicemente tra le pagine di un libro. L'importante è non gettarlo. Stiamo parlando dello scontrino fiscale, un documento che spesso dimentichiamo persino di richiedere.
Perché è necessario portarlo con sé e custodirlo gelosamente? I motivi sono almeno tre: lo scontrino è la migliore tra le prove d'acquisto di un bene, funziona come garanzia nel caso volessimo sostituire o far riparare le merci che abbiamo acquistato e in alcuni casi è l'unico documento che possiamo far valere per ottenere una detrazione fiscale.Uno strumento necessario per cambiare la merce acquistataEntriamo in un negozio, compriamo un oggetto e poi, tornati a casa, abbiamo un ripensamento e vogliamo cambiarlo. Quante volte ci è successa una cosa del genere? Non poche. Certo, i commercianti non sono tenuti a sostituire la merce che abbiamo acquistato, perché la legge non prevede un diritto di recesso del consumatore per le vendite che avvengono nell'ambito dell'attività professionale o imprenditoriale di chi vende: negozi, ditte, fabbriche e così via. Il cambio, quindi, è a discrezione del negoziante che spesso, se può farlo, acconsente alla sostituzione ma solo in presenza di una specifica prova d'acquisto: lo scontrino fiscale.
Una garanzia legale "parallela" in caso di malfunzionamenti e non conformitàAlcune volte, però, la sostituzione della merce è un diritto del consumatore. È il caso dei prodotti difettati, di quelli difformi rispetto alla pubblicità e alle "normali" aspettative del cliente e di quelli che non corrispondono alle caratteristiche con le quali erano stati presentati al momento della vendita. In situazioni del genere, il negoziante ha l'obbligo, senza spese per il cliente, di riparare la merce rotta o mal funzionante oppure di sostituirla con altri prodotti. Secondo il codice del consumo del 2005, la garanzia legale sui prodotti difettosi vale due anni dalla consegna del bene (anche se i difetti vanno denunciati entro due mesi dalla scoperta) e in caso di contestazioni l'unico documento utile per far valere davanti al venditore il diritto di garanzia è lo scontrino, che indichi chiaramente la data d'acquisto e, se possibile, il tipo di prodotto. Ecco perché il consiglio è di conservarli per almeno 24 mesi.
In altre parole, lo scontrino fiscale funziona come una garanzia legale aggiuntiva a quella di produzione (la cosiddetta "garanzia commerciale"), che invece e' regolata da un contratto che non impegna il venditore ed è inclusa di solito nella confezione del prodotto acquistato. Quindi, è sempre necessario richiedere lo scontrino, anche se non tutti i negozianti sono tenuti a emetterlo e nessuno, neanche la Guardia di Finanza, potrà sanzionarvi se dimenticate di ritirarlo.
Lo scontrino parlante e le detrazioni fiscaliUn argomento ancora più convincente per non sbarazzarsi dello scontrino è la possibilità di ricevere delle detrazioni fiscali. In Italia, lo scontrino valido per fruire dei benefici Irpef è il cosiddetto scontrino parlante e gli esercizi commerciali che possono emetterlo sono le farmacie. Vediamo meglio di cosa si tratta. Il nome farebbe pensare a un apparecchio tecnologico in grado di emettere suoni e voci: non è così. Lo scontrino parlante, entrato in vigore il primo gennaio del 2008, è nominato in questo modo perché "parla", dà informazioni riguardo alle caratteristiche dei prodotti farmaceutici venduti e al codice fiscale dell'acquirente. Secondo la legge, integrata da un provvedimento del Garante per la protezione dei dati personali, dal primo gennaio del 2010 questo documento deve contenere: a) una sigla alfanumerica che consenta di identificare, senza violare la privacy del consumatore, il nome del prodotto acquistato, la sua natura (farmaco, medicinale, omeopatico...), le quantità vendute (dosaggio, somministrazione....) e b) l'indicazione del codice fiscale del destinatario.
Solo conservando lo scontrino parlante e presentandolo nella dichiarazione dei redditi è possibile detrarre una parte delle spese sostenute per l'acquisto dei prodotti farmaceutici a pagamento e di quelli a carico del Sistema sanitario nazionale prescritti dal medico.
Come conservare gli scontriniConservare gli scontrini. Sì, ma come? Un problema particolarmente diffuso è che molti registratori di cassa rilasciano scontrini stampati su carta chimica, un tipo di materiale che dopo due o tre mesi diventa letteralmente illeggibile: l'inchiostro svanisce del tutto e con esso scompaiono il nome dell'esercizio commerciale, l'importo pagato e la denominazione del prodotto venduto. In pratica, lo scontrino si riduce a un semplice foglietto di carta bianca. Nel caso di una controversia con un venditore per un prodotto difettoso o "non conforme" bisogna esibire davanti al giudice la prova dell'acquisto che vale come garanzia legale, ma se lo scontrino non si legge per niente il venditore può affermare senza problemi che il prodotto non è stato acquistato nel suo negozio.
I rimedi però ci sono. La prima operazione da fare è fotocopiare tutti gli scontrini relativi agli acquisti di beni durevoli come i capi di abbigliamento, i mobili, gli elettrodomestici e così via. Il secondo step consiste nella scelta del posto dove conservare gli scontrini originali per un periodo di almeno due anni. L'unica condizione necessaria è che si tratti di un luogo fresco e al buio, perché i responsabili dello scolorimento degli scontrini sono banalmente il calore e la luce. Quanto al contenitore, ci si può sbizzarrire. Il buon senso consiglierebbe di creare un archivio di documenti suddiviso per schede. Per farlo si può ricorrere a semplici cartelline oppure a pratici contenitori di plastica: alcuni sono molto economici. Chi invece non vuol prendersi la briga di andare in cartoleria ad acquistare ulteriore materiale può scegliere il metodo più semplice: conservarli tra le pagine dei libri. Basta ricordarsi di non usare gli scontrini come segnalibro.
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